La definizione ufficiale di dolore è stata delineata dalla IASP, International Association for the Study of Pain, che la descrive come “un’esperienza sensitiva ed emotiva spiacevole, associata ad un effettivo o potenziale danno tissutale o comunque descritta come tale.” Il dolore è fisiologico, un sintomo vitale, un sistema di difesa, quando rappresenta un segnale d’allarme per una lesione tissutale, essenziale per evitare un danno. Questo sistema diventa patologico quando si auto-mantiene, perdendo il significato iniziale e diventando a sua volta una disfunzione, che causa dolore anche in assenza di lesione o di pericolo.
I MECCANISMI di MODULAZIONE DEL DOLORE sono quell’insieme di reazioni fisiche e chimiche che ci permettono di provare dolore, quindi di difenderci. Quando questo complesso sistema entra in disfunzione, possiamo provare un dolore continuo, persistente, in assenza di trauma o lesione dei tessuti, di intensità e qualità variabile, non apparentemente associato alle attività quotidiane, di difficile gestione, descrizione e comprensione, molto frustrante, di fronte al quale ci sentiamo impotenti, indifesi e spesso incompresi. Quando parliamo di questo tipo di dolore, siamo di fronte al DOLORE CRONICO o più precisamente di fronte ad un processo di SENSIBILIZZAZIONE CENTRALE, ovvero una disfunzione dei meccanismi di modulazione del dolore, caratterizzata da un circolo vizioso, che mantiene e perpetua il dolore, in assenza di causa e di “necessità di allarme”.
Importante è sapere che è possibile uscire da questa spirale negativa, attivandosi in modo propositivo verso un processo di auto-aiuto che, guidato da un team di esperti fisioterapisti, psicologi, neurologi ed algologi, parte in primis dalla corretta informazione e comprensione di ciò che stà accadendo nel nostro corpo e si sviluppa attraverso strategie di ascolto, analisi, consapevolezza e gestione dei sintomi, attraverso pratiche di movimento adeguato, rilassamento, regolarizzazione del ritmo sonno-veglia, sana  alimentazione, etc.