Nonostante sia stata evidenziata una correlazione tra le disfunzioni a lungo termine della cervicale alta e la regione cranio-mandibolare, i disturbi temporo-mandibolari (TMD) vengono di rado presi in considerazione, sia come criteri di inclusione ed esclusione negli studi randomizzati controllati che indagano gli effetti dei trattamenti neuro-muscolo-scheletrici per le problematiche a lungo termine del rachide cervicale, sia come strategia di trattamento per le disfunzioni traumatiche del rachide cervicale e del mal di testa. La IHS (International Headache Society) ha ufficialmente riconosciuto e classificato un sottogruppo a sé stante per il mal di testa cervicogenico all’interno delle problematiche croniche del rachide cervicale. E’ dunque dato per certo che la regione cranio-cervicale possa giocare un ruolo importante come fattore contribuente in diversi tipi di mal di testa (es: emicrania e cefalea tensiva). Vero però è anche che le disfunzioni neuro-muscolo-scheletriche del rachide cervicale sembrano essere significative nei disturbi di mal di testa cronici solo in percentuale minima: il rachide cervicale risulta quindi fortemente sopravvalutato come fattore primario rispetto al mal di testa mentre altri fattori contribuenti come i TMD sono spesso ignorati. A questo proposito è interessante il lavoro si Harry Von Piekarz che mira ad identificare la prevalenza di TMD in un campione di pazienti con diagnosi di mal di testa cervicogenico, determinare i test clinicamente rilevanti per rilevare TMD in pazienti con mal di testa cervicogenico, valutare l’effetto dell’aggiunta di terapia oro-facciale in una popolazione con mal di testa cervicogenico a tre e sei mesi di distanza rispetto a quella sottoposta a tradizionale terapia. Lo studio include 43 pazienti con diagnosi neurologica di mal di testa cervicogenico secondo i criteri dell’ICDH, sintomi da più di 3 mesi, punteggio al Neck Disability Index superiore di 15 punti, assenza di precedenti trattamenti oro-facciali e presenza di almeno uno su quattro segni di TMD: rumori articolari, deviazione durante apertura della bocca,dolore all’apertura passiva della bocca e dolore muscolare extra-orale in almeno 2 tender point in massetere e temporale. Gli strumenti di misura standardizzati che sono stati usati sono: CAS (Scala Analogica Colorata), NDI (Neck Disability Index), Questionario Anamnestico CMD (Conti), Registrazione di rumori a livello dell’articolazione temporo-mandibolare con stetoscopio, GCPS-NL (Graded Chronic Pain Status), misurazione della soglia di dolore dei muscoli masticatori con l’uso di algometro (Pain Threshold Meter, PTM), ruler rigido per la misurazione dell’apertura della bocca e della deviazione mandibolare. Le tecniche di trattamento oro-facciale includevano movimenti accessori traslatori dell’art. temporo-mandibolare e/o tecniche di trattamento dei tender e Tr point con stretching, movimenti attivi e passivi, esercizi di coordinazione motoria ed esercizi di auto-trattamento, eventuale trattamento cervicale se ritenuto necessario. La durata del trattamento era di 30 minuti massimo mentre la frequenza era a discrezione del terapista ma i 6 trattamenti previsti dovevano essere effettuati in un range di tempo incluso tra i 21 e 42 giorni. I risultati hanno evidenziato che il gruppo trattato con tecniche oro-facciali presentava un trend verso la riduzione del mal di testa in termini di intensità e un aumento della funzione cervicale in termini di ROM (range of motion) dopo il trattamento. Parrebbe quindi che il trattamento della regione temporo-mandibolare possa avere effetti positivi sul mal di testa cervicogenico protratti anche nel lungo termine, fatto coerente con i modelli anatomici, biomeccanici e neurofisiologici esistenti. Gli autori di questo studio concludono che: i pazienti con mal di testa di origine cervicogenica presi in considerazione mostravano una frequenza più alta di TMD rispetto alla popolazione sana, ma una prevalenza più bassa rispetto ai campioni con mal di testa precedentemente descritti; per una migliore valutazione del mal di testa cervicogenico cronico è consigliabile integrare test inerenti il ROM ed il dolore all’apertura della bocca, NDI e VAS del mal di testa; l’effetto benefico del trattamento oro-facciale permane nel tempo o migliora al follow up a sei mesi e la cronicizzazione è inferiore rispetto al gruppo trattato solo con terapia cervicale, dove i sintomi restano invariati o peggiorano a distanza di tempo dalla fine del trattamento. Quest’ultimo elemento suggerisce i TMD come fattore predisponente o contribuente del mal di testa cervicogenico cronico. Indispensabili ricerche ulteriori rispetto ad altri interventi di trattamento integrati con splint o altre terapie con follow up a lungo termine come un anno.

Von Piekartz H, Lüdtke K.
Effect of treatment of temporomandibular disorders (TMD) in patients with cervicogenic headache: a single-blind, randomized controlled study.
Cranio. 2011 Jan;29(1):43-56.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21370769