Otre la metà della popolazione è in sovrappeso in 34 dei 36 paesi OCSE e quasi una persona su quattro è obesa. I tassi medi di obesità negli adulti nei paesi dell’OCSE sono aumentati dal 21% nel 2010 al 24% nel 2016: un fardello che produrrà 90 milioni di vittime nei prossimi 30 anni e che assorbe oltre il 3% di Pil.

Allarme Italia: siamo il 4° paese al mondo per obesità infantile.

Gli italiani vivono in media 2,7 anni in meno a causa del sovrappeso, che rappresenta il 9% della spesa sanitaria, superiore alla media degli altri paesi.

I bambini in particolare pagano un prezzo elevato per l’obesità. Quelli in sovrappeso vanno meno bene a scuola, hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola e, quando crescono, hanno meno probabilità di completare l’istruzione superiore. Inoltre, mostrano anche una minore soddisfazione per la vita e hanno una probabilità tre volte maggiore di essere vittima di bullismo che rappresenta a tutti gli effetti un trauma che – oltre a contribuire alla riduzione delle prestazioni scolastiche – resta nella storia della persona come cicatrice indelebile, influenzando autostima, relazioni e strumenti per affrontare le difficoltà della vita.

Gli adulti obesi hanno un rischio maggiore di malattie croniche, come il diabete, e una ridotta aspettativa di vita. Nell’Ue-28, le donne e gli uomini nel gruppo con il reddito più basso hanno, rispettivamente, il 90% e il 50% in più di probabilità di essere obesi, rispetto a quelli con i redditi più alti, rafforzando la disuguaglianza.
Gli individui con almeno una malattia cronica associata al sovrappeso hanno l’8% di probabilità in meno di essere assunti l’anno successivo. Quando hanno un lavoro, hanno fino al 3,4% in più di probabilità di essere assenti o meno produttivi.

Cosa fare?

L‘attuazione di un pacchetto di politiche di comunicazione o di politiche per incoraggiare la riformulazione di quelle attuali, preverrebbe le malattie non trasmissibili, ridurrebbe la spesa sanitaria e aumenterebbe la produttività della forza lavoro:

1. Un pacchetto di politiche di comunicazione – comprensivo di etichettatura obbligatoria sul fronte delle confezioni, regolamentazione pubblicitaria e campagne di informazione – potrebbe prevenire 144 mila malattie non trasmissibili entro il 2050, far risparmiare 62 milioni all’anno in spesa sanitaria, e far aumentare l’occupazione e la produttività di una quota pari a 6 mila lavoratori a tempo pieno all’anno.

2. Una riduzione pari al 20% delle calorie negli alimenti ad alto contenuto di zucchero, sale, calorie e grassi saturi, potrebbe prevenire 688 mila malattie non trasmissibili entro il 2050, far risparmiare 278 milioni di euro all’anno in spesa sanitaria, e far aumentare l’occupazione e la produttività di una quota pari a 18 mila lavoratori a tempo pieno all’anno.

fonte: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=77721&fr=n

per approfondimento: http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato5870179.pdf