Parliamo ormai della terza fase nella gestione della seconda ondata della Pandemia di CoVid19 da SARS-COV2: di fatto la prima ondata pandemica non si è mai fermata ma è stata semplicemente oscurata temporaneamente da interessi dominanti a livello politico, economico, collettivo e individuale che hanno dato via libera ad un’estate senza limiti, il cui prezzo -era chiaro- sarebbe arrivato con il primo freddo. Se è vero che la medicina non è una scienza esatta, è altrettanto vero che non è una mera opinione del primo che passa, ma possiede strumenti epidemiologici validi per investigare, comprendere e prevenire: resta quindi difficile da comprendere come -dopo i primi tre mesi di emergenza, tale ondata -profetizzata sin da marzo- non sia stata gestita con maggior prudenza e lungimiranza.

Sicuramente non hanno aiutato le fake news sui social che -in nome della libertà di parola e di opinione- hanno dato spazio al qualunquismo di ignoranti e malpensanti che, riempiendosi la bocca di paroloni scientifici e di “capacità critica” in buona o cattiva fede, hanno irresponsabilmente sporcato informazioni importanti che avrebbero aiutato ad omogeneizzare comportamenti igienici preventivi di fondamentale importanza. In parallelo, il mondo del giornalismo che da tempo ha rinunciato a fare informazione e troppo spesso si dedica alla notizia sensazionistica misurata a colpi di click, senza neppure andare alla fonte pur di tagliare il traguardo della presenza mediatica, ha diffuso, confuso e alimentato diffidenza. Al contempo tramite la TV è stato portato nelle case delle persone il dibattito scientifico “primario” che, inevitabile fonte di ricchezza e fondamentale processo intellettivo che produce evoluzione e scoperte, da sempre avviene dietro le quinte del mondo della ricerca per poi uscire sotto forma di informazione scientifica per addetti ai lavori e non: fase di analisi e crescita indispensabile ma non per forza condivisibile nella sua forma più grezza della fase iniziale perché non compresa o interpretata come inaffidabile da chi, non conoscendone le dinamiche evolutive, non può che concludere che anche gli scienziati sono smarriti. Alcuni scienziati e sanitari poi si sono lanciati nel teatro televisivo alla ricerca di notorietà ed hanno partecipato al caos mediatico con dichiarazioni prive di fondamento scientifico (poi ritrattate o mascherate sotto le mentite spoglie di malinteso), finalizzato a scopi politici e non sanitari. Il mondo della politica tutto non ci ha risparmiato strumentalizzazioni inopportune: sarebbe stato bello per una volta restare stupiti dalla maturità di una classe dirigente che per una volta avrebbe avuto un tema “neutro” attorno al quale unirsi e pianificare responsabilmente politiche costruttive e lungimiranti per uscire da questa pandemia con meno ferite e qualche nuova opportunità. Paura, confusione e il crescente disagio socio-economico hanno aumentato reazioni di evitamento e di deresponsabilizzazione di parte della popolazione che non ha aderito alla richiesta di partecipazione a comportamenti di tutela collettiva tramite distanziamento fisico (non sociale), ridotta mobilità alle reali esigenze, utilizzo appropriato di mascherine, disinfezione frequente di mani, elevata igiene di ambienti e indumenti.

Resta curioso come i bias euristici che il nostro sistema mette in atto prevalgano su conoscenza e buon senso, tanto da perseverare nella comparazione del Sars Cov2 con una qualunque influenza stagionale, a fronte della coerenza di dati analizzati da enti indipendenti ed autonomi che dimostrano le caratteristiche proprie di questo virus.

Tuttavia, anche se tutti i media descrivono preferibilmente la minoranza negazionista che fa più scalpore della maggioranza responsabile, la popolazione è mediamente attenta e pronta a fare sacrifici, nonostante la stanchezza, l’incertezza e la frustrazione nel vedere i propri sforzi cancellati da assembramenti impuniti. Forse, se il Governo investisse in controlli ci sarebbero meno abusi e se i giornalisti cominciassero a parlare dei tanti gesti di civiltà quotidiana, si alzerebbe il tono dell’umore di molti che -non potendosi contare- si percepiscono come rare mosche bianche in sofferenza per l’inutile sforzo psicologico ed economico atto a ridurre la velocità di propagazione del virus ma percepito come insufficiente nella minoranza negazionista che -sotto la lente- appare enorme.

Ed eccoci ad oggi: il crescere dei numeri dei positivi asintomatici, sintomatici, malati gravi e a rischio di vita in relazione alle risorse umane, strutturali ed economiche territoriali sono in continuo aumento, fatto indiscutibile nonostante la criticabile strategia di raccolta, analisi e condivisione dei dati che -ancora una volta- spacca il territorio e sottolinea la grave mancanza di unità d’intenti a livello politico e governativo dove, evidentemente, le priorità continuano ad essere altre e non il bene comune. Una disarmante strumentalizzazione politica che trasforma dati, notizie, decisioni in occasioni per la campagna permanente dei troppi pseudo-leader.

Tale criticità impone nuove misure di contenimento che, a mio avviso, vedono differenze regionali a seconda del rapporto positivi/risorse ed altri parametri di governance sanitaria.

Nessuna Regione verde. Giallo, Arancione e Rosso i colori di una nuova emergenza da rincorrere dopo mesi di dati ed analisi GIMBE che hanno mostrato chiaramente l’andamento e denunciato spesse volte la necessità di agire subito -sin da settembre- per contenere una diffusione che gli spostamenti vacanzieri hanno contribuito a promuovere ed alimentare.

Area gialla: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Province di Trento e Bolzano, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto.
Area arancione: Puglia, Sicilia.
Area rossa: Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta.

Stupiscono alcune regioni in area gialla come l’Emilia Romagna che, probabilmente grazie alle elevate risorse, nonostante l’alto RT, restano apparentemente a minor rischio di altre.

Ecco le linee guida primarie da seguire per ogni area:

Fonte ufficiale:

http://www.governo.it/node/15617

Allegati:

http://www.governo.it/sites/new.governo.it/files/Dpcm_20201103_allegati_.pdf

http://www.governo.it/it/media/dpcm-3-novembre-2020-conferenza-stampa-del-presidente-conte/15626